Gli egizi ebbero vivo interesse per l’antropologia fisica, la zoologia e la botanica e buona capacità nel fissare, fra gli aspetti visibili delle cose, quelli essenziali e caratterizzanti. Fissarono l’umanità in quattro tipi antropologici: loro stessi (rometh = popolo, che qui sta per popolo per eccellenza), asiatici (oamu), nubiani (nehesiu) e libici (temehu). Questa classificazione la troviamo illustrata in tombe reali del Nuovo Regno, nella colorazione della carnagione dei tipi rispettivamente rossa, gialla, nera e rosea. Le raffigurazioni rispondono a una tipizzazione molto precisa, tanto che gli antropologi le usano alla stregua di documenti, persino per trarne misure di crani. Precise come quelle umane e straordinariamente veridiche sono le immagini egizie di animali, anche di specie rare, uscite da incroci o estinte, che appaiono nelle scene tombali "di ispezione" (quelle in cui il signore segue la vita quotidiana che si svolge nei suoi possedimenti). Anche queste servono agli studiosi e alle descrizioni degli zoologici. Più distante dal piano scientifico appare invece l’interesse degli egizi per i vegetali: fiori e frutti vennero rappresentati in miniatura, con pietre dure, per comporre collane a più giri, e in dimensione naturale in oro e argento, a uso ornamentale. Pitture parietali e vignette su papiri ci mostrano i fiori raccolti a mazzi di bella struttura, e l’orzo, il lino e il papiro nel campo; gli alberi sono distribuiti armonicamente a seconda della conformazione della chioma e del colore dei frutti, in giardini graziosi quanto artefatti. A documento invece di spedizioni in terre lontane, vennero rappresentati piante e alberi esotici, come quelli del Levante che appaiono nel "Giardino Botanico" nella Sala delle Feste di Tutmosi III a Karnak.